Grosse soddisfazioni nel 2021 per il settore vinicolo, ma cosa ci attende nel 2022?

Il settore enoico chiude il 2021 con risultati da record. Gli inattesi trionfi in ambito sportivo (Europei di calcio) e musicale (Eurovision Song Contest), hanno ridato valore al fascino del brand Italia che ha registrato nel mese di luglio un balzo in avanti dell'export vinicolo, che ha sfiorato i 4 miliardi di euro. A questo si aggiunge il periodo delle festività, che ha dato la spinta necessaria per lo sprint finale e che ha permesso di raggiungere e superare i 7 miliardi di euro auspicati per l’export di vino italiano nel 2021.

Come mai tutto questo successo?

Il Forum Wine Monitor, tenutosi a gennaio 2022, è un momento di confronto e condivisione dei trend di mercato con gli stakeholder del settore vinicolo. Durante questo evento sono stati individuati 5 episodi di rilevanza interazionale che hanno influenzato in modo significativo il mondo del vino e che hanno “aiutato” il settore vinicolo italiano a raggiungere risultati record nel corso del 2021.

In particolare:

  1. Il rimbalzo degli scambi internazionali del settore Vino, che ha superato il livello del 2019 (pre-pandemia);
  2. La “messa al bando” dei vini australiani in Cina, che ha causato evidenti ripercussioni ad uno dei maggiori competitor del prodotto italiano;
  3. L’exploit della Corea del Sud (in termini di import e consumi di vino);
  4. Il recupero degli spumanti;
  5. Il record di export di vino italiano (oltre 7 miliardi di euro).

L’acquisto di vino durante le festività

L'Osservatorio Unione italiana vini (Uiv)-Ismea, nel consueto focus pre-festività, aveva stimato che nel periodo Natale-Capodanno sarebbero state consumate più di 316 milioni di bottiglie italiane (18,3% in più rispetto al 2020). Le previsioni sono state rispettate. I risultati hanno segno positivo su tutte le principali denominazioni italiane, a partire dal Prosecco Doc (con 750 milioni di bottiglie vendute), fino all'Asti, dal Franciacorta al Conegliano Docg, dal Trento all'Oltrepò, dall'Alta Langa al Lessini Durello e ai Colli Asolani. Picchi di richieste anche per qualità pregiate come Brunello di Montalcino (+27%), Amarone (+30%) e Barolo (+22%).

Nel dettaglio:

● Sul fronte estero hanno primeggiato Prosecco Doc (Veneto) +25%, Asti (Piemonte) +11% e Franciacorta (Lombardia) +10,3%;

● In Italia i risultati migliori sono stati ottenuti da Lugana (Veneto/Lombardia) + 49%, Brunello di Montalcino (Toscana) + 47% e Barolo (Piemonte) + 43%.

Per Uiv-Ismea, il 2021 è stato l'anno del rimbalzo per lo sparkling tricolore, che ha chiuso l'anno a circa 900 milioni di bottiglie vendute e un forte incremento sul fronte estero (+20% a volume).

L’andamento del mercato del vino nel futuro

Il vino è tuttora uno dei pochi prodotti che non ha subito rincaro, ma la situazione nel 2022 è purtroppo destinata a mutare. Alcuni aspetti come l’inflazione, la riduzione della resa della vendemmia, le difficoltà logistiche e il contemporaneo aumento dei costi dei trasporti, nonché la forte domanda di bottiglie fanno prevedere aumenti consistenti dei prezzi del vino. Ciò che preoccupa di più è l'asse produzione-distribuzione-consumo perché su di esso ruotano costi per materie prime, energia e logistica in costante aumento.

Come fronteggiare tutto ciò? Le opzioni sono due: cercare di mantenere il trend positivo raggiunto sul fronte estero, puntando sulla qualità di un prodotto Made in Italy e/o sostenere il consumo interno (che offre costi più contenuti) per quanto riguarda la distribuzione.

Per i giovani che voglio investire in questo settore consigliamo di non scoraggiarsi e mantenere un occhio vigile sui trend di mercato, come:

Made in Italy: le vendite delle etichette italiane all’estero sono cresciute del 575% in 30 anni rendendo il brand ”Made in Italy” il terzo al mondo (Fonte: Google e Unioncamere). Il Brand si compone di 3 A: Abbigliamento, Arredo e Agro-alimentare; nel Rapporto Ismea-Qualivita, viene confermato come la qualità agroalimentare e vitivinicola certificata DOP IGP si dimostra ancora il comparto che meglio dei tre è in grado di rappresentare la peculiarità e la forza delle produzioni Made in Italy.

Tecnica comunicativa: Il consumo di vino sta diventando più piacere e soddisfazione, per questo bisogna dedicare più attenzione al contesto e al contenuto dei messaggi pubblicitari. L’importanza data al solo sviluppo commerciale è un errore facile da commettere per chi vede solo volumi e fatturato come fattore di impresa.

Sostenibilità: Dal punto di vista del consumatore, l’attenzione alle tematiche ambientali sta diventando sempre più una discriminante durante le fasi d’acquisto. Anche per le aziende la sostenibilità spesso rappresenta una premialità in fase di “ingresso” nel mercato. Infatti, sempre di più vengono richieste certificazioni di sostenibilità non solo ambientale, ma anche etica e sociale.

La complessità di questo business e la particolare situazione attuale non devono ostacolare i progetti di imprenditoria giovanile in ambito vinicolo. La sfida da vincere è grande, ma se credi nel tuo progetto d’impresa e hai bisogno di un supporto strategico per trasformarlo in realtà contattaci! Ti aiuteremo a concretizzarlo nel più breve tempo possibile!